Sul nostro blog abbiamo seguito le vicende di quelli che con il tempo sono diventati degli amici virtuali, con i quali abbiamo condiviso sogni e per empatia tifato per loro nel loro espatrio.
Roberto Ricciuti, fotografo, più volte citato con le sue bellissime fotografie su questo blog, un paio di mesi fa ha tirato le somme insieme alla sua fidanzata e comunica di una Edimburgo che comincia a sentirsi sopraffatta dall’immigrazione. Ma non in tutti i settori. Riassumendo, cito alcune sue righe, invitandovi a dare una letta al suo intero post per avere un’idea più chiara di cosa sta capitando loro.
Partiamo subito da una considerazione: se uno è molto qualificato nel suo settore – in particolare quello informatico tira bene – e ha una bella esperienza alle spalle, qui di opportunità ce ne sono. Spesso a stipendi più redditizi di quelli italiani. Numerose multinazionali (Amazon ad esempio) hanno sedi qui a Edimburgo e cercano quasi sempre personale. Anche la concorrenza è alta, ma con un po’ di pazienza e di tempo i risultati dovrebbero arrivare.
Il vero problema nasce quando si ha alle spalle una carriera poco spendibile (vuoi per l’indirizzo di studi non molto facile per il lavoro, vuoi per delle esperienze non significative) e si viene qui anche in cerca di un’occupazione “bassa”. Anche per i lavori più umili, difatti, le assunzioni sono spesso piuttosto lunghe ed elaborate.
Come citato anche da Tajana e Flavio in questa loro intervista, è bene specializzarsi e trovare una propria strada, PRIMA di espatriare.
I lavori manuali, il lavapiatti, il cameriere, il commesso, bisogna essere veramente bravi e avere un ottimo inglese per essere assunti.
Ricordate la nostra Maela? Ebbene inizialmente partita per Glasgow, pensando di trovare più fortuna, ora lavora anche lei ad Edimburgo come commessa dopo un periodo di stage non retribuito. Ce la si può fare, la Scozia qualche sogno ci permette di farlo 🙂
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