Sembra una frase un po’ da hippy, e in realtà nel mondo occidentale potrebbe quasi essere concepito come tale, un concetto del genere.
In realtà, tutto ciò che per noi è la norma, come biberon, ciucciotti, passeggini, letti separati, non sono altro che un abominio per la maggior parte delle culture del mondo. A partire dalla vicinissima Africa, all’Asia, India, Cina, Sud America, e persino il tecnologicissimo e avanzatissimo Giappone.
Leggere i libri della serie “Il bambino naturale” delle Edizioni Leone Verde mi hanno illuminata. In ciascuno di noi è insito un istinto naturale, solo che spesso non lo ascoltiamo, perché la società, i dottori non aggiornati, la vecchia generazione, ci dice che ciò che stiamo facendo è sbagliato. E noi, povere mamme con le nostre debolezze e il nostro senso di inadeguatezza, crediamo loro e ci adeguiamo ai consigli impartiti. Finendo comunque per disperarci perché il bimbo piange e non sappiamo perché.
Parlo da madre in divenire, per cui sfido me stessa a rileggere queste parole fra qualche mese, e vedere di metterle in pratica, ma davvero quei libri, dal cui editore non prendo una lira (lo ribadisco nel caso pensiate ad una marketta), ma che vi consiglio sinceramente dal cuore, mi hanno aperto la mente.
Fin dagli anni ’70 le nostre mamme sono state abituate al boom del biberon, dimenticandosi dell’allattamento naturale. Ma pensateci, a parte i poveri leoncini o capretti senza mamma, a cosa serve il biberon, ma soprattutto, perché propinare latte di mucca al bimbo di una specie animale diversa (quella umana)?
E il ciucciotto? Surrogato di una tetta e di una vicinanza affettiva insostituibile, eppure sono lì, come automi, che ciucciano il “vuoto”…
E il dormire lontani fin dal primo giorno di vita…ma povere creature, se fino a due giorni prima erano più che vicine a te, dentro la tua pancia, perché ora devi relegarle in un luogo buio, senza il calore materno, il suo respiro, i gorgoglii del suo stomaco?
Sono temi che mi stanno a cuore, e che approfondirò in futuro, magari dopo averli anche messi in pratica, sarebbe anche meglio. Nel frattempo date una scorsa a questi libri e fatevi una cultura. Ringrazio internet per esservi approdata non ricordo neanche io come.
Pensavo di intervistare un po’ di mamme dell’una e dell’altra generazione, se qualcuna volesse sottoporsi a qualche domanda via email, mi contatti su laura.gargiulo@gmail.com o semplicemente raccontando la vostra esperienza di seguito nei commenti. grazie!!
Questo è potenzialmente un discorso in.fi.ni.to.
Conosco bene la collana di cui parli, l’apprezzo ma credo che tutto vada sottoposto a spirito critico e alla prova dell’esperienza. Tutti gli oggetti che citi sono oggetti utilissimi e hanno un loro perché, del resto non sono nemmeno l’ultima invenzione fatta ieri, ma sono secoli se non millenni che l’umanità si arrabatta per scovare la maniera di trasportare i bambini comodamente, di far sì che si possano nutrire anche se la madre non c’è o se latte non ce n’è, di farli ciucciare qualcosa di diverso dal seno per avere spazio e tempo di muoversi e badare al resto della prole e alla casa, ecc ecc. Insomma, ci siamo arrangiati per vivere più comodamente, e questo è apprezzabile. Da questo ad abusare e dimenticarci di come si fanno le cose in maniera “naturale” il passo è stato breve (ti risparmio l’escursus sul boom economico ecc 😀 ahahah). Ora la tendenza è a riscoprire la maniera di fare “originaria”, antica, naturale. Credo che la saggezza – perché di verità non si può parlare – stia nel conoscere come stanno le cose (fisiologia del bambino bla bla bla), conoscere i pro e i contro dell’uso degli oggetti e poi… scegliere secondo le proprie necessità, senza demonizzare e mandando definitivamente a quel paese i soliti noiosi e odiosissimi sensi di colpa 😉
concordo con te. fino a qualche mese fa pensavo che a priori uno dovesse comprare ciucciotto, biberon, disinfettanti & co. quando ho ri-scoperto che non è così in effetti…mi sono quasi incavolata 😀
staremo a vedere infatti nel momento in cui metterò in pratica, ma sapere che andare “contro” i consigli “imposti” e seguire l’istinto naturale è cosa buona e giusta, mi fa stare meglio, e so che mi sentirò un po’ meno incapace di quanto vorranno farmi sentire nonne e società 🙂
Ciao Lauretta… parlo per esperienza mia diretta, Riccardo non ha mai preso il ciuccio, sono sempre stata contraria e grazie al cielo non si è mai messo nemmeno il dito in bocca… l’ho allattato fino a 19 mesi ed ho smesso solo esclusivamente perchè dovevo curarmi. Ho ricominciato a lavorare praticamente subito, pertanto mi tiravo il latte e lo congelavo, ho avuto la fortuna di averne tanto, il mio cucciolotto non è rimasto mai senza…!!!… ha sempre dormito con me, dorme tutt’ora con me, da una parte per un discorso egoistico. Non lo vedo mai e svegliarmi di notte e vederlo vicino a me mi fa stare meglio, non so quanto si giusto per lui, ma per ora va bene così. Ho sempre pensato e detto a chi mi rimproverava che a 20 anni non dormirà con me, per cui mi godo il mio bambino ora che è piccolo…. Segui il tuo istinto, ascolta gli altri e poi fai quello che credi sia giusto per te e la tua bambina…. baci. Lore
grazie Lore!! che bello leggerti anche qui!
Sì, credo che seguire il proprio istinto sia la cosa migliore, vedo amiche molto serene, che magari non hanno letto i libri che sto leggendo io, ma che si stupiscono di quanto tutto sia naturale. L’unica cosa davvero è evitare troppe interferenze nonnesche, lì si rischia davvero anche di cadere facilmente nella depressione post partum, sarà anche un fatto ormonale, ma credo che se ti senti dare della deficiente ogni giorno e nonostante i “consigli” il bimbo piange, ovvio che poi ti senti male…
grazie ancora Lore, tornerai a leggermi? un bacio