Vi presento Francesco, in arte Giorgio Mori, giovanissimo fashion stylist tuttora studente al 5° anno di liceo classico e diplomando al conservatorio a Milano. Come noterete sul suo blog, al quale ho avuto fortuna di lavorare di recente, le sue passioni sono molteplici, e vanno dalla moda ai viaggi all’arte. Il suo Instagram, di cui pubblichiamo alcuni estratti, ha ben oltre 23.000 follower, segno che è molto seguito dai “modaioli”. Viaggia molto, se lo può permettere, ma non invidiatelo per questo, nonostante la sua giovane età ci può insegnare molto, soprattutto nella sua ultima risposta. Ma godetevi l’intervista!
Ciao Giorgio, tu viaggi molto spesso per la tua passione, ci racconti qualcosa innanzitutto di questo?
Beh guarda, fin da piccolo ho sempre viaggiato con i miei genitori. Andavo al mare in Liguria più volte durante l’anno oppure a Venezia per il carnevale. Mi ricordo che non vedevo mai l’ora di arrivare a destinazione e scendere dalla macchina. Forse sono proprio loro che mi hanno trasmesso questa mia passione. La mia passione è la moda e la moda è globale. Il mio amore per il viaggio e per la moda li combina assieme in un’unica passione.
Quali sono le città che visiti più frequentemente durante l’anno?
Londra. Mentre d’estate vado sempre in Grecia. Amo più di tutti Santorini e Mykonos. Anche Atene ed Olimpia hanno il loro fascino. Forse mi piacciono così tanto perché influenzato dai miei studi classici?!
Quali fra queste ti piace di più e perché?
Sicuramente Londra. E’ la città che più preferisco, non solo per la sua vitalità, ma anche per il modo di pensare delle persone, sempre molto aperte a tutto. Poi, insomma la comodità di una città è proprio quella di avere sempre tutto a disposizione e penso che Londra sia il massimo in questo. Puoi trovare sempre tutto nel posto giusto al momento giusto (Chanel è lontana meno di un minuto da Missoni)!
Fra le mete fuori dal solito quale ci vuoi raccontare?
Sono andato 3 volte in Egitto. L’ultima volta, ormai circa 4/5 anni fa, è stata indimenticabile. Al confine col Sudan, ho visitato il tempio di Abu Simbel. Assolutamente magnifico: puoi veramente respirare quella che è stata la storia dell’Egitto. Mi ricordo di avere preso un aereo piccolo piccolo, sorvolando l’enorme lago Nasser. Infatti, hanno costruito pure un piccolo aeroporto con voli di linea nazionali per poterlo raggiungere. Vorrei ritornarci al più presto, non appena gli scontri finiranno.
Viaggiare apre la mente, crea una nuova linfa vitale ed ispirazione per un lavoro creativo come il tuo. Trovi sia una affermazione corretta?
Penso proprio di sì. Ci sono due tipi di viaggio: quello di relax, su una spiaggia caraibica, oppure quello culturale/avventuroso. Entrambe non mi dispiacciono, ma entrambe possono farti capire quello che è una località, la tradizione del popolo, vivere la storia del paese. Entrambe possono ispirarti: le bellezze mozzafiato della natura per il primo, oppure i magnifici monumenti costruiti dall’uomo per il secondo.
Una tua riflessione sull’Italia e sul voler espatriare (considera chi non è fortunato come te e non può viaggiare, ma se va all’estero è per rimanerci e non tornare).
Io amo l’Italia. Sono fiero di essere nato italiano in quanto il mio paese è lontano anni luce dagli altri. Non ha niente da invidiare. Ha una storia, un passato a dir poco sbalorditivo. E me ne accorgo ogni volta che vado all’estero di essere veramente fortunato di essere nato italiano. Infatti, molti stranieri quando mi sentono parlare la mia lingua, rimangono per così dire affascinati e rimarrebbero per ore ad ascoltarmi anche senza capirci niente. Dicono che il suono delle parole è stupendo per l’orecchio. A volte vorrei essere uno straniero e sentire parlare un italiano per comprendere! Insomma farei di tutto per il mio paese. Non sopporto quegli italiani che all’estero si vergognano e ne parlano male, come il paese che ormai non ha più possibilità da offrire. La cosa, infatti, mi offende veramente tanto. Secondo me l’Italia offre ancora qualcosa. Basterebbe cercare: chi cerca trova, no? Oppure reinventarsi. Forse non solo qualcosa di nuovo, di mai visto prima, ma proprio reinventare se stessi, aprire di più la mente. E magari coloro che espatriano per il lavoro o gli studi potrebbero ritornare per fare dell’Italia un paese ancora più bello di quello che è ora.
Leggi l’intervista in Inglese sul suo blog
Gio’ Mori 😉
parole sagge, forse oscurate però dalla giovane età e dal fatto che non si è mai trovato in difficoltà e a dover mantenere una famiglia. lungi da me alimentare polemiche, ma secondo voi è possibile adottare questa positività? c’è chi è imprenditore di se stesso e sa reinventarsi, ma un operaio che può fare se non andare all’estero? ditemi la vostra!
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