Ho letto oggi questo articolo, ed il mio commento è: parole sante. Non sono un’immigrata nel vero senso della parola e chissà se lo sarò mai. Sono stata solo reimpiantata da Napoli a San Colombano (MI) e poi a Milano città, ma un po’ riesco a capire questo listone.
37 cose che nessuno ti dice sull’emigrazione | italiansinfuga.
Da quel che ho visto negli anni, pur amando Napoli, mai ci vivrei…pur avendo bei ricordi di San Colombano, mai tornerei a viverci…abbiamo avuto pensieri su Livorno per un po’, ma per avere solo il mare vicino?…a Milano ti ci abitui e ti adatti, ma basta cambiare quartiere o solamente palazzo per capire a cosa puoi aver rinunciato o a cosa hai dovuto abituarti per sopravvivere, ed è normale voler sempre migliorare, no? (ps e questo è il mio punto di vista ovviamente!)
Riassumendo: tutto il mondo è paese, con i suoi pro ed i suoi contro. Vai magari a migliorare da una parte e a peggiorare dall’altra, ed è vero che se hai dei problemi personali, questi te li porti dietro ovunque tu vada. Magari alcune condizioni “ambientali” possono aiutare, o provocare un miglioramento temporaneo, ma questo deve partire da dentro.
Ecco perché io dico: se sei felice dentro, nonostante i problemi, puoi esserlo ovunque. Il “dove” lo puoi sempre cambiare…
Pertanto da parte mia comincerò rileggendo più e più volte questi punti migliorandomi in termini di tolleranza e adattamento, pronta a partire (?) ma anche e soprattutto a rimanere.
Un esempio: mi hanno aperto l’auto e rotto il finestrino tre volte in tre anni perché non ho i soldi per pagarmi un box. Sai che ti dico? Userò di più i mezzi e il car sharing! E in primavera: bicicletta!
Il lavoro non si trova? E mo ce lo inventiamo continuando a mandare cv in Italia o fuori. Mica possiamo stare sempre a lamentarci no? 😉
foto di http://www.flickr.com/photos/andreamagurano/8657509229/lightbox/
A me sembra un’insieme di affermazioni molto italiane onestamente
dette da italiani sicuramente per italiani 😀 cosa aggiungeresti alla lista?
Io semplicemente cancellerei il 90% delle affermazioni
ahahaha cioè? non sono vere?
va beh il “sopravviverai senza bidet” è per ridere no? XD
Si certo ma vedi che si può anche morire!!! 😀
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‘na toccatina? XD
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(Senza bidet intendevo)
Io ho sempre differenziato, informandomi e leggendo in questi anni, gli approcci di chi parte per disperazione (quindi la meta scelta è puramente improntata sul trovare lavoro e quella “dignità” che non si riesce ad avere nel proprio paese) e chi parte per scelta, al di là della crisi o di motivazioni di “emergenza”. Ovvio che ultimamente la massa che si sposta dall’italia, lo fa più per disperazione che per altro. Lo dimostra il fatto che, a differenza del resto d’europa, ben pochi giovani italiani, abbiano mai preso PRIMA, in considerazione, lunghi periodi di permanenza all’estero, rispetto ai coetanei nel resto del mondo che lo fanno quasi di prassi finiti gli studi. Il famoso gap year non è mai stato parte della cultura italiana. Questo sicuramente incide poi sull’adattamento, in una mentalità dove “casa” è e rimarrà sempre il luogo dove si è nati. La cosa più stupida che si può fare, secondo me, è fare i “confronti”. Si possono fare constatazioni, ma confrontare un paese con un altro si esce sempre perdenti a livello di integrazione. Come hai detto tu, c’è del buono e del “meno” buono in ogni posto, e lo stile di vita a cui si è abituati da sempre rimarrà sempre il migliore per chi non si è mai approcciato con altre culture/tradizioni. E’ un po come dire, amo il sole amo il caldo ed emigro in Scozia, lamentandomi poi del clima. Oggi come oggi c’è la necessità di andarsene ma il 90% se potesse scegliere starebbe a casa, questo anche perchè manca la curiosità di conoscere cosa succede fuori dal nostro orticello, e quando per disperazione si viene scaraventati fuori solo perchè “in italia non c’è lavoro” è un dramma, perchè non c’è mai dietro a questa disperazione anche una voglia di curiosità verso il nuovo. Poi ci sarà magari sempre la nostalgia verso certe cose/persone, ma deve essere equilibrata da ciò che si è creati e da ciò che si è imparato fuori dai nostri confini, altrimenti hai già perso in partenza!
ahahhahaha
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p.s.: sarà bello e confortante anche scoprire che “tutto il mondo è paese”. Il bello e il brutto dell’umanità è universale!
In effetti ci sono un sacco di cose che nessuno ti dice, non so se sia per una sorta di malfidenza (“vediamo se vuoi davvero integrarti, ergo leggiti anche le note in piccolo”) oppure per un senso di superiorita’ (“non sarai mai un nativo quindi adeguati”)..
Anche qui molte cose sono occulte e, burocrazia a parte, io sono dodici anni che mi chiedo come fa un povero diavolo a finire di lavorare alle 18:00 e ad andare a fare la spesa nei negozi che chiudono alle 18:00!!!
Essendo un Cantone di frontiera adesso gli orari sono molto piu’ flessibili, ma non ti fanno mica sconti se arrivi un minuto dopo! ..e se non parli dialetto sei del gatto =)
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