Myplace in the world riparte con nuova energia questo settembre 2017, come magazine che copre diversi interessi ma che punta soprattutto al discorso viaggi ed expat, come è stato fin dalle origini. Se volete andiamo a rompere gli zebedei ad altri expat per sentire le loro storie di espatrio per sognare un po’ ma anche per toccare con realtà cosa significa lasciare tutto per buttarsi in una nuova avventura.
Inoltre da questo settembre, complice una mia situazione familiare più serena e che ci ha portati a continuare il nostro percorso di vita a Milano senza necessariamente espatriare per trovare opportunità di lavoro, posso con più serenità affrontare argomenti che comunque ci toccano da vicino, e con più serenità anche vivere meglio la mia città con notizie e curiosità che non avevo modo né voglia di condividere prima.

Quindi Myplace rimane (a Milano), ma riparte anche, portandovi a dicembre in una gita a Edimburgo con mia sorella che mi sono voluta regalare per i miei primi 40 anni. Una visita che desideravo da ben 6 anni e che vede ora la luce.
In questi 6 anni Edimburgo è stata, psichiatricamente parlando, il mio “posto felice“. Davvero, quando le cose sono andate male per tanti versi, sognare quei paesaggi e quei posti mi ha sempre aiutato a tirarmi su. Il mio inconscio la tirava fuori di notte facendomi stare bene (è incredibile, certi giorni davvero la sognavo ogni notte), e coscientemente in altri invece sognavo di trasferirmici per avere una speranza, un obbiettivo, qualcosa che mi distraesse dai problemi economici del presente.
Ora che ha compiuto il suo dovere, posso finalmente e realmente godermela, anche se per poco, e non vedo l’ora di reincontrarla. Sembra che parli di una persona, ma è così. Per fortuna vedo che non sono la sola psicopatica a questo mondo (mmuaahahhaha) ed ho trovato molti appassionati di Scozia ed Edimburgo che si sono sentiti sempre accolti e avvolti dalla magia di Edimburgo, e mi piacerebbe continuare a trasmetterla a chi mi legge.
I’m back! E alla prossima.
Mi piace tantissimo il modo in cui parli di Edimburgo le tue descrizioni sono meglio di una foto