Rosy: genitori “zaino in spalla” in India

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Ecco il racconto di una mia cara amica degli anni ruggenti delle scuole superiori. Rosanna, detta Rosy, che ha portato il suo piccolo campione in giro per il mondo.

Raccontaci di te Rosy, posso chiamarti così anche per i nostri lettori?

Certo chiamami pure Rosy.
Ho 35 anni e vivo a Bettolino di Mediglia, un piccolo comune tra Peschiera Borromeo e Pantigliate. Che lavoro faccio? Bella domanda…ma un po’ complicata la risposta. Quando è nato mio figlio Elio ho deciso di lasciare il mio lavoro per dedicarmi a lui. Ho preso disoccupazione per 8 mesi e intanto mi sono cercata un part-time trovato senza molte difficoltà fortunatamente. Dopo un anno da loro e dopo aver rifiutato un paio di proposte sono rimasta a casa perché era scaduto il contratto ed io non volevo passare al full-time sempre per tenermi a disposizione un po’ di tempo per mio figlio.

Quando sono rimasta a casa io e mio marito abbiamo colto l’occasione per fare uno dei nostri viaggetti. Lui voleva cambiare lavoro…per lui è facile…è un infermiere specializzato in malattie tropicali, così abbiamo deciso di affrontare l’India con il bambino. L’anno prima (quando il bambino aveva 2 anni) avevamo fatto il primo viaggio intercontinentale con lui: destinazione Thailandia…ed era andato benissimo…così abbiamo pensato che eravamo pronti per affrontare l’India.
Dopo aver preparato valigie e visti siamo partiti…e chiaramente è andato tutto benissimo. I bambini si abituano a tutto meglio di noi…sono i genitori che si pongono i limiti, perché chiaramente viaggiare con un bambino è più impegnativo e costa più fatica e rinunce. Il.viaggio cambia….ma in meglio…condividere il mondo con la persone più importanti della tua vita è un’esperienza che non ha eguali. I bambini si arricchiscono, imparano l’Inglese perché capiscono che è loro necessario per la comunicazione…imparano ad adattarsi…che è fondamentale in questo mondo. Siamo rimasti 3 mesi…ed abbiamo ripetuto l’esperienza quest’anno. Ora mio figlio ha 4 anni, è un bambino socievole e parla qualche parola di inglese, di indi e di tibetano. Sono consapevole che non ricorderà molto di questi viaggi, ma quello che so è che questi viaggi in qualche modo lo hanno arricchito e che hanno influenzato in modo positivo la sua e educazione ed il suo essere…

Il mio obiettivo? Dargli la possibilità di scegliere quello che vuole essere, insegnargli ad essere felice così come lui vuole…nel rispetto di tutti gli essere viventi. Quindi mamme se potete arricchire i vostri figli fatelo perché per loro è un divertimento, un’esperienza, non abbiate paure e vedrete che neppure loro ne avranno. Rimanete sempre ciò che eravate prima di loro…devono sapere chi sono REALMENTE le persone che li hanno messi al mondo.

La prossima méta?

 

Non so ancora…forse Giappone…o forse ancora India. Ogni anno diciamo che non torneremo più in quell’immenso continente…sporco e incasinato..ma puntualmente siamo sempre là…è speciale e forse ci torneremo per la 5 volta…

Grazie Rosy, il tuo racconto è davvero toccante e affascinante, di seguito le foto dei tuoi viaggi, alcune fatte al bambino rendono proprio l’idea del suo spirito di adattamento 🙂

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