Photo by Serge Bertasius Photography
Settembre per me ha sempre significato un nuovo inizio: dai tempi della scuola, nel lavoro, perfino nell’amore è stato significativo. E forse ripongo troppe speranze in esso “aspettando” il cambiamento, anche quest’anno. Lo so, i cambiamenti non si aspettano, si “fanno”, ed infatti esasperati e incoraggiati dalle esperienze altrui, anche noi abbiamo cominciato a guardare gli annunci di lassù e a piazzare i curriculum in giro. Cominciamo a fare un passetto e vediamo…
Sognando l’espatrio
Ho distribuito nei mesi la ricerca di informazioni su case, modo di vivere, lavoro, salari e costo della vita. E mi sono fatta un’idea più chiara ma sempre più tangibile di cosa effettivamente ci potrebbe aspettare una volta lì.
Ho vissuto con estrema empatia l’espatrio di piccole famiglie con lo stesso nostro background o molto simile, stesse professioni e destinazione, e tutte sono rimaste contente della scelta fatta. Perciò sono già espatriata una, due, dieci volte e sono già stanca ancor prima di provarci. Per fortuna quando poi ciò avviene, arriva con una rapidità quasi impressionante rispetto ai tempi italiani, che scommetto che una volta fatto il passo ci chiederemo perché non l’abbiamo fatto prima.
La situazione italiana (se qualcuno non la conoscesse)
E nel frattempo ne parlo e ne scrivo, per smorzare la tensione, per farlo ogni giorno più vero, perché davvero non ho più argomentazioni per rimanere. Il lavoro non esce fuori e temo sia una questione di età: le aziende in Italia hanno sgravi fiscali se assumono under 35, ed infatti non a caso molte situazioni sono simili alla nostra. La terra delle contraddizioni:
- a 20 anni sei troppo giovane e senza esperienza
- poi quando l’esperienza te la fai, vai bene, ma ti pagano come un ventenne appena assunto
- ed infine stop, ti mandano a casa a 35 (cosa che mio marito già temeva nel lontano 2008)
- Di più, come età o come esperienza=stipendio, non vai più bene.
Ecco l’Italia che hanno costruito. E non oso pensare a chi rimane a casa magari a 50 anni.
E poi in Gran Bretagna si chiedono come mai tante “giovani” famiglie si stanno trasferendo da loro, o come queste anche tanti giovani che vanno lì per farsi il culo con stage magari poco retribuiti, ma che fanno esperienza appunto, quella che chiedono qui ricambiandoti con uno stipendio che da solo non fa niente. Poi questi giovani magari tornano in Italia, perché sono nel “limbo” giusto (20/35 anni).
L’Italia (lavorativa) è tutto un limbo, con discesa verso l’Inferno. Il Paradiso è solo per i pochi che sono stati assunti nelle grandi aziende o nel pubblico impiego.
E non tocco l’argomento tasse, che è già stra-abusato, e ci mancava Netanyahu a spiegarci con lezioni di economia che non va affatto bene!! (Notare che lo ha segnalato al volo durante una visita all’Expo disegnando su di un tovagliolo un grafico economico che per lui è molto chiaro, ma che evidentemente ai governanti Italiani sfugge!)
E voi? Avete deciso come smuovere la situazione?