Un anno in Scozia ed ho fatto passi impensabili in Italia: Stefano “Scarpesciolte” si racconta

Vi ho già parlato di Stefano un annetto fa, con il suo blog scanzonato ma utilissimo “Scarpesciolte” in cui diciamolo, è stato davvero di grande aiuto per molti per capire molte dinamiche britanniche ma in particolare scozzesi, per chi avesse in mente di trasferirsi in questo (lasciatemelo dire) favoloso paese.

Eccomi Stefano! Io ti sparo le domande, che tanto so che di roba ne hai da dire e a modo tuo, che mi fa sempre scompisciare.

Vado!

1.Innanzitutto: da Roma alla Scozia, ma perché?

Ciao popolo del web! Prima di partire con un’infinita sequela di frasi sconnesse e volgaritá tutt’altro che “politically correct”, lasciatemi fare le dovute presentazioni.
Mi chiamo Stefano, appassionato di arti visive e di musica, cresciuto in un paesino nelle campagne a nord di Roma, sono entrato negli enta da poco più di un anno, e sono papà di una bimba di poco più di due anni.
Da Febbraio 2015 abito, appunto, nella calda e soleggiata patria dell’Haggis e del black pudding e, da ormai più di sei mesi sono, anzi siamo, diventati proprietari di una villettina a schiera nel cuore della Scozia centrale che finiremo di pagare tra 376 anni (mese più mese meno).

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La stanza offerta alla Guest House The Shire, di proprietà di Stefano e Federica

Ora che sapete, in linea di massima chi sia il sottoscritto, posso pure mettermi di buona lena a rispondere alla tua domanda, carissima Laura.
Perché la Scozia?
Beh la mia fortuna é stata innanzitutto decidere e pianificare la partenza in un momento in cui “potevo permettermelo”.
Nella stragrande maggioranza dei casi, chi si “dà alla macchia” (emigra), lo fa per problematiche di varia natura (disoccupazione, instabilità economica, ecc) e, per ovvi motivi, purtroppo può capitare che sia “troppo tardi” e, presi dalla disperazione che nemmeno un Vegano il giorno del ringraziamento, si finisce per partire verso posti dove, magari, si starebbe uguale o, addirittura peggio.
Nel mio personalissimo caso, in Italia ho avuto per più di 4 anni un negozio di informatica e uno studio di fotografia e, quando gli studi di settore (grazie governo Bersani) hanno iniziato a farsi sentire, complice la crisi e tutti i problemi che bene o male conosciamo, decisi di valutare di chiudere l’attività.
La mia grossa fortuna è stata quella di non aspettare di andare “in perdita” ma, appena ho visto che sono cominciato ad andare “in paro”, ho preferito mettere da parte l’orgoglio e riconoscere che era il caso di costruire un piano di fuga.

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Verso Linlithgow

Diciamo pure che, con tutta la tranquillità e la calma di un monaco shaolin tenuto a forza sotto Prozac, mi sono messo alla ricerca del “posto perfetto”.
Ho studiato la cosa per un paio di settimane e, in uno stato confusionale come il ragionier Ugo durante le elezioni in “Fantozzi subisce ancora”, ho valutato questi aspetti:
1) Sicurezza
2) Sanitá
3) Istruzione
4) Potere d’acquisto
5) Qualitá della vita
Probabilmente vi starete giá chiedendo dove ho avuto modo di verificare questi dettagli.
Vi anticipo cheche NON ho usato quel mezzo di disinformazione di massa che prende il nome di Facebook. Niente “scusate ma mi hanno detto”, “che per caso potete dirmi”, “Help, pleaseeee”. No. Niente social. Nada. Nisba. Caput.
Mi sono messo su un sitarello simpatico come un professore di matematica fascista il 25 Aprile, chiamato “NUMBEO“. Un sito pieno zeppo di indici statistici e di dati “reali” che mi ha fatto sentire coccolato e protetto come in una gabbia d’acciaio temprato piena zeppa di Panda in crisi abbandonica.
Dopo una bella ricerca, le opzioni che avevo davanti erano 3:
1) Vancouver – Canada
2) Berlino – Cruccolandia
3) Edimburgo – Scozia
Ho escluso il Canada perché non me la sentivo di andare così lontano con una bambina che all’epoca aveva 7 mesi.
Ho escluso Berlino perché non parlo quel mix letale di consonanti e saliva che prende il nome di Tedesco.
Restava quindi la scozzese e romantica Edimburgo.
Ecco quindi il perché del mio essere oggi in Scozia!

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Forth Bridge

 

2.Situazione di due anni fa e situazione attuale: ci avresti mai creduto? Facciamo il gioco del “trova le differenze”!

Ora ti racconto come sono partito, tanto per chiarire:
– da solo
– senza lavoro
– senza casa
– senza famiglia
– con 300 sterline in tasca
Nel mio primo anno questo é quello che ho fatto:
– vissuto due mesi in ostello (dio ce ne scampi e liberi)
– trovato appartamento in condivisione
– Perso due lavori
– Portato su famiglia
– Comprato casa
In questi 6 mesi del mio “secondo anno” ho:
– Ristrutturato piano piano tutta casa
– Avviato una guest house con la camera che ho in piu in casa
– sto avviando la mia societá di informatica
Le differenze tra oggi e “ieri”?
Sicuramente la fiducia in me stesso e in Federica.
Ne abbiamo passate tante ma le abbiamo tutte risolte alla grandissima!
Sicurezza e prospettiva.
Due anni fa avrei sperato in un contratto a tempo determinato di 6 mesi, per tirare la cinghia.
Oggi posso permettermi di scegliere il lavoro che voglio fare.
Seminare e raccogliere.
Qui senti che puoi permetterti di fare di tutto ed, inoltre, quel “tutto” sembra sempre realizzabile ed a portata di mano. Ho iniziato nuovamente a progettare, pianificare, organizzarmi. In una parola: Sperare.

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3.L’idea del b&b come vi è venuta? E’ stato complicato avviarlo?

Permettimi di correggerti dicendoti che, anche se la differenza è poca, la nostra è una guest house e non un B&B. A conti fatti l’unica sostanziale differenza è che in un B&B si suppone che la struttura “ospitante” non sia “la casa stessa in cui vivono i proprietari”, mentre nella guest house, come dice il termine, gli ospiti sono letteralmente “ospiti” in casa nostra.
Questo perché noi abbiamo tirato su “The Shire” nella nostra terza camera che abbiamo in casa.
Ora, riguardo la burocrazia, sicuramente ti sembrerà strano (ho passato invano più di una settimana a cercare di capire dove fosse la fregatura) ma non devi fare assolutamente niente.
Niente permessi, ne moduli, ne documenti, ne sacrifici umani, niente di niente.
Se resti sotto le 7500 sterline di utile non devi fare ne dire assolutamente nulla.
Se superi quell’importo devi andare sul sito gov.uk nella sezione “self assessment” e pagare il 20% sotto forma di tasse.
Tutto qua. Semplice come un cazzotto in bocca. Ma molto meno doloroso…

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4.Il Brexit ti ha mandato un po’ in panico, lo sto leggendo sul tuo blog, e come non contraddirti. Qual è il tuo timore, al di là degli scenari più apocalittici?

Sono in Scozia ergo, posso garantirti che non ho grossi timori. Ad essere sincero mi sentirei sicuramente peggio se avessi abitato in Inghilterra.
Qui, salvo qualche caso isolato, non esiste quel fenomeno di odio razziale che si sente venire su dalla “cara Inghilterra” e, in linea di massima, la garanzia di un governo forte e “munito di attributi”, che ha a cuore il prossimo, indipendentemente dalla nazione di provenienza, mi da modo di stare tranquillo quanto basta.
Ovvio che non si puó ignorare la cosa. Sarebbe da stupidi farlo.
Ci sono state e ci saranno ripercussioni.
Se effettivamente la Scozia uscirá o no dall’Europa, purtroppo, non possiamo saperlo. Il mio compito ora é crearmi una rete di interessi economici e sociali tali che il diritto alla permanenza mi venga garantito non solo per un aspetto “etico” ma anche per un discorso di “merito”.
Chi pensa “tanto non succede nulla” rischia di scottarsi e, allo stesso modo chi dice “moriremo tutti” rischia un infarto secco senza alcun motivo.
La veritá, come sempre, sta nel mezzo.
Io, per quanto posso, cerco di vivere in maniera consapevole, informandomi e informando chi mi contatta in cerca di aiuto (o speranza).
Credo che questa sia l’unica soluzione valida.

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5. Ritorneresti mai in Italia? Quando (e se) nel tuo cervello l’opzione di tornare in Italia è andata a farsi benedire?

Se 5 anni fa mi avessi detto “andresti mai in Scozia?” forse ti avrei risposto di no. Oggi sono qua e sono felice di esserci.
Questo solo per dirti che sono del parere che “mai dire mai”.
L’Italia non mi piace. Non mi piacciono gli italiani, non mi piace il caldo d’estate, le zanzare, la politica, il governo, la corruzione, il lassismo, il clientelarismo, l’economia e tante altre cosette che limortacciloro ma, in Italia, c’é la famiglia e, vuoi e non vuoi, le radici.
Io vengo da un paesino dove bene o male ci conosciamo tutti e se dovessi dirti che non mi manca farmi una passeggiata al bar e fare due chiacchiere o prendermi una birretta “ai giardini”, ti direi una bugia. Vero é che gli amici, col tempo si assottigliano e, spesso e volentieri scompaiono nel momento stesso in cui prendi l’aereo. Non so se é perché vieni colpevolizzato, o non compreso, o ti invidiano (come se fossi andato in un resort a 5 stelle), o chissà che cosa. Nel mio caso gli amici li ho persi tutti. O quasi. Prova solo ad immaginare quanti amici potevo avere in un paesino di meno di 10000 persone dove ho passato 29 anni della mia vita. Quanti amici fatti durante gli studi. Quanti fatti attraverso il lavoro.
Di questi purtroppo ne sono rimasti pochi. Sappi che se ti dico un numero inferiore a 3 non sto esagerando. Tornando al discorso “torni in Italia?”, la risposta é “al momento non credo”. Voglio prima crearmi un paracadute qui. La nostra bimba, e anche noi, perché no, ce lo meritiamo 🙂 Voglio crearmi una sorta di base che mi permetta di pensare al futuro in modo tranquillo e non con la speranza di un contratto a progetto.

Chiudo questo mio brevissimo “excursus” rivolgendo un pensiero a chi vuole fare il passo:
documentatevi e preparatevi. Preparatevi bene perché la vita dell’immigrato è dura. Durissima. Specialmente il primo anno. Specialmente se si è soli e non si ha l’aiuto di nessuno.
Io, fortunatamente, ho avuto l’aiuto più grande del mondo: quello della mia compagna e l’incentivo più bello in assoluto: il sorriso della mia bimba.
Take care
Ste

Cattura

ps tutte le foto sono di Stefano!

Un po’ di link di Stefano:

Il blog Scarpesciolte

Edinburgh Views

Ste Fotografia

The Shire guest house

 

6 Comments Add yours

  1. Andrea Moro ha detto:

    Solo una piccola nota, il livello di tassazione dipende dal tuo reddito generale, se vai oltre le £40k allora la soglia si alza.
    Per il resto condivido il tuo pensiero dal sud dell’Inghilterra con radici romane come le tue.

    1. Lauryn ha detto:

      grazie per la puntualizzazione Andrea, come procede dalle tue parti?

  2. Scarpe Sciolte ha detto:

    Ciao Andrea! hai perfettamente ragione! Ma diciamo pure che se hai un reddito da 40K mensili non sei proprio il mio “lettore medio” 😉 Come te la passi giu “all’Inghilterra”?

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