Aina era proprio stanca quella sera…in piedi per 8 ore a parlare e parlare, e fare avanti e indietro ai banchi dei suoi allievi per correggere gli errori e valutare il loro lavoro…quella sera d’estate la schiena era a pezzi, le costole le toglievano il fiato, che tra l’altro già non aveva più per la gola secca. Proprio non riusciva a mettere in pratica le lezioni di canto prese una quindicina d’anni prima: ad ogni lezione si riduceva con la voce sotto le scarpe, per poi tornare magicamente il giorno dopo…mah, ancora rimaneva un mistero come modulare il diaframma anche mentre parlava…
La pensilina dell’autobus le sembrava un miraggio, con quella stanchezza addosso, e non vedeva l’ora di appoggiarsi un attimo al sottile sedile della Lothian Buses. Ma come la Legge di Murphy prevede…arrivò subito l’autobus, puntualissimo, perciò, niente appoggio, ma tanto meglio: avrebbe trovato ristoro sui sedili del bus. Quella sera c’era un po’ di gente, ma come è classico e british, tutti fecero compostamente la fila per salire aspettando che scendessero gli altri passeggeri.
Questo atteggiamento meravigliava ancora Aina dopo gli anni vissuti ad Edimburgo. A Milano, a quell’ora di punta, si sarebbero accalcati tutti alla porta d’entrata, in due ali di lottatori, come due falangi di guerrieri romani pronti a buttarsi giù con lo scudo pur di salire per primi. E fa niente se le persone che dovevano scendere dovevano farlo quasi chiedendo scusa rischiando di essere ricacciate dentro a spintoni! “Fiuuuu” sospirò Aina, per un attimo solo ricordare quella bolgia le fece venire l’ansia, come le accadeva sempre sull’Atm Milano. Invece ora guardandosi intorno sorrise e si rallegrò: sapeva che avrebbe certamente trovato posto sul bus e che non c’era fretta…
Wow, ma stavolta erano davvero tanti in quel bus…forse la folla rientrava dal pomeriggio sul Royal Mile per il Fringe Festival. Notò infatti un po’ di facce nuove rispetto ai soliti passanti dell’ora di punta e soprattutto facce non scozzesi e dotate di macchina fotografica digitale al collo. Essì, si faceva fatica a scorgere qualche posto libero, ma non fece neanche in tempo a pensarlo che la voce registrata dell’autista suggerì che di sopra c’erano posti liberi.
Aina non se lo lasciò ripetere due volte e salì la scaletta, contenta di doversi sedere sopra e ammirare un po’ di paesaggio nel tragitto verso casa. La skyline gotica con il sole estivo ancora alto le ridavano energia e serenità…insieme a quel benedetto sedile morbido della Lothian.
promemoria per me stessa: http://www.wow247.co.uk/2016/03/17/expectation-edinburgh-commute/